Il referendum costituzionale del 2001

Anteriormente alla consultazione popolare del 25-26 giugno 2006, la storia repubblicana registra un solo caso di referendum ex art. 138 Cost.: quello tenutosi il 7 ottobre 2001 ed avente ad oggetto la legge costituzionale recante Modifiche al titolo V della parte II della Costituzione (divenuta L.Cost. 18 ottobre 2001, n. 3).

Il procedimento relativo a tale referendum fu attivato da due distinte richieste, avanzate entrambe il 13 marzo 2001 (giorno successivo alla pubblicazione notiziale nella Gazzetta ufficiale di tale legge), la prima da parte dei senatori La Loggia, Mantica e Castelli, la seconda dai senatori, Angius, Napoli e Pieroni, sottoscritte rispettivamente da 102 e da 77 senatori.

Il 21 marzo 2001 fu depositata presso la Corte di cassazione la dichiarazione, resa da 11 cittadini che avevano eletto il proprio domicilio presso il Gruppo della Lega Nord della Camera dei deputati, di voler promuovere una richiesta di referendum popolare ai sensi dell’art. 138 Cost. sul medesimo testo di legge costituzionale, attraverso la raccolta delle firme di almeno 500.000 elettori.

L’Ufficio centrale per il referendum, con propria ordinanza del 22 marzo 2001, dichiarò conformi alle norme dell’art. 138 Cost e della L. 352/1970 le due richieste di referendum depositate, ammise il referendum sul quesito citato e dispose l’immediata comunicazione dell’ordinanza al Presidente della Repubblica, ai Presidenti delle Camere, al Presidente del Consiglio e al Presidente della Corte costituzionale.

A questo punto si pose la questione se il termine di 60 giorni per l’indizione con D.P.R. del referendum decorresse dalla data di comunicazione al Presidente della Repubblica dell’ordinanza che dichiara la legittimità del referendum (come prevede testualmente l’art. 15 della L. 352/1970), o vi fosse la necessità, prima di indire il referendum, di attendere l’intero decorso dei tre mesi previsti dall’art. 138 Cost. per la presentazione di richieste referendarie.

La seconda interpretazione fu quella fatta propria dal Governo. Il Consiglio dei ministri, in data 24 aprile 2001, stabilì che all’indizione del referendum potesse procedersi entro i 60 giorni successivi alla scadenza dei tre mesi stabiliti dall’art. 138 Cost. (prevista per il 12 giugno 2001), così da consentire al comitato dei cittadini di promuovere ed eventualmente completare la raccolta delle 500 mila firme[1]. La decisione del Governo è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 7 maggio 2001.

A seguito della deliberazione del Consiglio dei ministri adottata il 2 agosto 2001, il referendum è stato dunque indetto con D.P.R. 3 agosto 2001 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 agosto 2001); la data di svolgimento è stata fissata per il giorno di domenica 7 ottobre 2001.

Questi i risultati del voto[2]:

§         elettori 49.462.222;

§         elettori votanti 16.843.420 (percentuale sugli elettori: 34,1%);

§         astenuti 32.618.802 (percentuale sugli elettori: 65,9%);

§         voti validi 16.250.101;

§         voti attribuiti alla risposta positiva (SÌ) 10.433.574 (64,2%);

§         voti attribuiti alla risposta negativa (NO) 5.816.527 (35,8%).

Il 16 ottobre 2001 l’Ufficio centrale per il referendum ha trasmesso al Presidente della Repubblica, ai Presidenti delle due Camere ed al ministro della giustizia (ex. art. 22, L. 352/1970) un esemplare del verbale delle operazioni al termine delle quali l’Ufficio ha dichiarato che il risultato del referendum è stato favorevole all’approvazione del testo della legge costituzionale. Il 18 ottobre 2001 il Presidente della Repubblica ha promulgato la legge costituzionale. Pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 248 del 24 ottobre 2001, la legge è entrata in vigore il quindicesimo giorno successivo.



[1]    Alla scadenza del termine del 12 giugno 2001, il Comitato promotore della richiesta di referendum avanzata il 12 marzo 2001 non depositò presso la cancelleria della Corte di cassazione i fogli contenenti le firme previste.

[2]    I risultati sono tratti dalla pubblicazione del Ministero dell’interno, Dipartimento affari interni e territoriali, Direzione centrale dei servizi elettorali, Referendum popolari 15 giugno 2003.